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Dott. Luc MontagnierIntervista al Prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina


Un'interessante intervista rilasciata ad un giornalista della rivista scientifica "La Medicina Biologica" in occasione del 25° congresso AIOT tenutosi presso l'Aula Magna del Rettorato dell'Università di Milano il 14 maggio 2010. L'ntervistatore ha avuto il privilegio di rivolgere al Professore alcune domande su una sua scoperta riguardante le proprietà dimostrate da alcune nano-strutture di acqua di emettere segnali elettromagnetici riconducibili al “vissuto” biologico della persona. L'interviista termina con una significativa risposta sulla  relazione che potrebbe esserci tra la sua scoperta ed il paradigma medico delle medicine non convenzionali ed in particolare per l'omeopatia.

Luc Montagnier (Chabris, 18 agosto 1932) è un medico, biologo e virologo francese. Professore presso l'Istituto Pasteur di Parigi, presidente della fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell'AIDS, ha scoperto nel 1983 il virus dell'HIV e ha vinto il Premio Nobel per la medicina 2008.

Professor Montagnier, in relazione alla sua scoperta sulle proprietà di alcune nano-strutture di acqua di emettere segnali elettromagnetici riconducibili al “vissuto” biologico della persona, quali applicazioni pratiche pensa potranno esserci in futuro?

In questa ricerca ci sono due aspetti salienti: l'aspetto teorico, che pone un grande problema sui rapporti tra la fisica e la biologia la struttura della materia dell'acqua e delle onde magnetiche, ma oltre a ciò anche delle applicazioni pratiche. Vediamo in questa ricerca l'inizio di un “disegno”, cioè il trovare questi segnali che vengono da nano-strutture dell'acqua ugualmente nel plasma di persone che soffrono di malattie croniche, in particolare quelle dell'Hiv e di patologie legate all'Alzeimer, Parkinson, Poliartrite reumatoide, e anche in patologie psichiatriche come l'autismo. In futuro ci saranno certamente delle applicazioni pratiche. All'inizio sarà indispensabile cercare le fonti di questi segnali. Sappiamo che provengono da forme di sequenze del DNA, ma quali sequenze ancora non ci è dato di sapere. Partendo da questo stadio potremmo creare dei metodi diagnostici, e forse un giorno dei trattamenti.

Quanto crede sia importante il modello di coerenza dell'acqua di Giuliano Preparata e di Emilio Del Giudice, alla luce delle Sue ricerche?

In queste ricerche ci sono sicuramente molti precursori, e Giuliano Preparata fu uno di questi e in particolare a livello della Fisica. Non l'ho mai incontrato personalmente, però so che è stato in relazione molto stretta con Jacques Benveniste, che in Francia ha fatto conoscere le sue idee (di Preparata, ndr) e mi ha fatto capire che quello che faceva non era per niente qualcosa di “inventato”, ma era reale, e che tra l'altro mi permetteva di spiegare certi fenomeni che trovavo nelle mie ricerche.

Che relazione potrebbe esserci tra la sua scoperta ed il paradigma medico delle medicine non convenzionali in particolare per l'omeopatia? I suoi studi potrebbero aiutarci a a comprendere meglio i principi di funzionamento di questi modelli terapeutici? Quali possono essere gli sviluppi futuri?

Innanzitutto penso che ci saranno molti sviluppi in futuro a livello diagnostico, e in particolare nel trattamento delle malattie croniche, è questo che si deve dire ed è questa è la mia posizione. Non ci sono tre o quattro medicine diverse, l'omeopatia e la medicina tradizionale - quella detta “occidentale”: io credo che ci sia solo una medicina, cioè quella che guarisce i pazienti, e credo che si debba essere molto umili e modesti perché la nostra medicina occidentale ha fatto enormi progressi in particolare nella lotta all'eliminazione delle malattie infettive acute. Per quanto riguarda le malattie croniche invece abbiamo ancora molte cose da imparare, e abbiamo difficoltà ad andare oltre. Dunque basarsi su altri principi scientifici può effettivamente aiutare, se non a curare in prima battuta, a prevenire queste malattie croniche con una diagnosi precoce, in particolare quelle associate all'invecchiamento. Io penso che possiamo dire che ci sia una regola importante dell'omeopatia che noi ritroviamo nelle nostre ricerche: l'effetto delle alte diluizioni. Quando diluiamo molto una molecola, essa sparisce man mano che la diluiamo, ma mantiene la sua efficacia biologica. In questo momento molte persone sostengono che non sia possibile avere efficacia se non sono presenti certe quantità di molecole, ma io invece credo di si. Tutto questo accade perché l'acqua può mantenere le informazioni delle molecole biologiche, e penso che in effetti sia quello che da molti anni è stato trovato un po' empiricamente dall'omeopatia. Per il futuro dobbiamo aspettare. Io lavoro in fase sperimentale, provo ad andare avanti con le conoscenze che partono dal sistema sul quale lavoro, quindi è evidente che non posso generalizzare per il momento le mie ricerche a tutti i principi dell'omeopatia.

Il titolo del convegno di oggi - dedicato alla memoria di Giuliano Preparata - è “Messages from water”. Qual'è il messaggio che l'acqua ci porta? Qual'è invece il suo?

Il messaggio dell'acqua è quello di farci capire che è un liquido straordinario, molto presente nell'universo, è un liquido che non ha le proprietà fisiche che noi ci aspettiamo, e siamo in tanti a pensare che può creare delle strutture interne, come dei “semi di materia” che hanno delle proprietà molto diverse, e in particolare che possono tenere la memoria di alcune molecole biologiche. Penso quindi che l'acqua abbia un ruolo fondamentale nell'origine della vita: il mio messaggio è che essa deve essere studiata sempre più.

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