Pet Therapy, le nuove frontiere
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Attivita’ e terapie svolte con l’ausilio degli animali
Dall’Alzheimer negli anziani al dilagante bullismo nei piu’ giovani, passando per le tossicodipendenze e i pazienti usciti dal coma: si allarga sempre piu’ la fascia di patologie e di soggetti che beneficiano della Pet Therapy, attivita’ e terapie svolte con l’ausilio degli animali. Ad affermarlo, in un recente rapporto, e’ l’Istituto Superiore di Sanita’.
In Italia, sottolinea lo studio, non esiste una legislazione specifica nel settore, sebbene vi sia stato un accordo Stato-Regioni. Si e’ sancito che ‘’la Pet Therapy fa bene ma, tra l’altro, non essendo una prestazione erogata dal Servizio Sanitario Nazionale - afferma la dottoressa Francesca Cirulli dell’Iss -, solo le Regioni piu’ ricche possono permettersi di avviare progetti negli ospedali pubblici’’.
Attivita’ e Terapie assistite con i ‘pet’ (letteralmente l’animale domestico da ‘accarezzare’) sono un lavoro di equipe: sono coinvolti medici e psicologi, insegnanti e assistenti sociali, veterinari, etologi, addestratori, istruttori e conduttori del pet.
Gli esperti distinguono tre tipologie di Pet Therapy:
1) Attivita’ con l’ausilio degli animali (AAA, Animal-Assisted Activities) finalizzate a migliorare la qualita’ della vita di alcune persone;
2) Terapie con l’ausilio degli animali (AAT, Animal-Assisted Therapies): interventi terapeutici con un protocollo e precisi obiettivi. Si tratta di una co-terapia complementare che integra le terapie accademiche normalmente usate;
3) In alcune scuole piu’ avanzate sta prendendo piede l’EducazioneAssistita dagli Animali (EAA): ha caratteristiche intermedie rispetto alle precedenti ed e’ volta ad una maggiore interazione dei bambini con l’ambiente. Sembrano migliorare il rendimento scolastico e i rapporti sociali oltre a ridurre i fenomeni di bullismo, di devianza e di abbandono della scuola.
Nei bambini i disturbi piu’ trattati vanno dalle difficolta’ di linguaggio e di apprendimento ai ritardi mentali, dall’iperattivita’ all’autismo, fino alla sindrome di Down. Nei bimbi ospedalizzati il rapporto con un pet puo’ diminuire la paura della malattia e lo stress del ricovero e velocizzare la guarigione. Negli anziani le patologie piu’ trattate sono la demenza senile, l’Alzheimer e le disabilita’.
Le Terapie Assistite riducono negli anziani, spesso soli e privi di affetti, la depressione, l’irritabilita’ e l’agitazione, oltre ad aumentare l’interazione sociale in ospedali e case di riposo. E’ poi dimostrato che nei casi di infartuati la presenza di un animale domestico aumenta anche le possibilita’ di sopravvivenza. Le Terapie Assistite hanno efficacia anche nei pazienti psichiatrici ma buoni risultati sono stati riscontrati anche con ex tossicodipendenti, persone uscite dal coma, ipovedenti e malati in fase terminale.
QUALI ANIMALI: il co-terapeuta per eccellenza e’ il cane (impiegato nell’80% dei casi, verso bambini, adulti o anziani). Il gatto e’ scelto, vista la sua indipendenza, per le persone sole e che si muovono con difficolta’.
Il cavallo viene utilizzato con grandi risultati nell’ippoterapia e a beneficiarne sono soprattutto bambini affetti da autismo e sindrome di Down, disabili, persone con problemi motori e comportamentali. Ottimo ‘dottore’ e’ anche il delfino, soprattutto nei pazienti depressi e con disordini della sfera emozionale e mentale o autistici. Criceti e conigli sono indicati per i bambini che attraversano una fase difficile della loro crescita. Ma e’ stato dimostrato anche che, molto semplicemente, osservare pesci in acquario agisce da antistress, riducendo la tachicardia e le tensioni muscolari. E che gli anziani trovano benefici nel prendersi cura abitualmente di uccelli (soprattutto pappagalli). A volte sono coinvolti anche asini, capre, mucche.
Un censimento dell’Iss in Emilia-Romagna ed uno studio in alcune regioni italiane, hanno mostrato una realta’ estremamente composita ed un crescente interesse verso questa disciplina. In mancanza di una legislazione che regoli AAA e AAT l’Istituto Superiore di Sanita’ sta incrementando gli sforzi per regolare queste attivita’.
‘’E’ auspicabile - sottolinea l’Iss - che, in futuro, gli sforzi congiunti dei professionisti, sostenuti dal fondamentale contributo delle istituzioni e delle normative, siano in grado di rimodellare alcuni schemi culturali, sociali e forse anche metodologici che ostacolano lo sviluppo di questa disciplina’’.
di Enrica Di Battista
Fonte Ansa
Regolamento BH - Prova per cani e padroni buoni cittadini
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L'Enci ha pubblicato il regolamento BH: prova per cani e padroni buoni cittadini
Il regolamento è in vigore dal 1 marzo 2011 ed è stato approvato dal Consiglio Direttivo del 24 febbraio su parere conforme della Commissione Tecnica Centrale del 14 gennaio scorso. Prima di essere ammessi alla prova di BH i cani verranno sottoposti ad un test di equilibrio caratteriale. Parte integrante della prova di equilibrio è la verifica dell'identità (esame e verifica del tatuaggio o microchip). I cani che non possono essere identificati, sono esclusi dall'ulteriore partecipazione alla prova. I cani che non superano la prova di equilibrio caratteriale, non possono continuare la prova.
HACCP - Gli adempimenti
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Le persone che manipolano alimenti hanno la responsabilità di garantire che questi non siano causa di danni alla salute dei consumatori.
Il piano di autocontrollo HACCP prevede la stesura di un documento obbligatorio che deve essere redatto da ogni azienda alimentare. Tale documento dovrà essere sistematicamente compilato e aggiornato, al fine di dimostrare il proprio modo di operare in un ottica di prevenzione dei pericoli connessi con la manipolazione e la conservazione degli alimenti. Il piano di autocontrollo alimentare non presuppone a priori un’assenza di conformità, documenta invece un’assunzione di responsabilità tendente ad individuare e a risolvere tempestivamente, annotando tutto su apposita modulistica, eventuali situazioni critiche che possono manifestarsi nelle varie fasi di lavorazione. L’autocontrollo non deve quindi essere ridotto ad una semplice esecuzione di analisi. Si basa invece sull’osservazione e la prevenzione dei pericoli mediante l'applicazione di adeguate procedure operative, e, principalmente, sulla formazione e il coinvolgimento di tutto il personale. Un piano di autocontrollo HACCP tiene conto delle cosiddette “buone pratiche di lavorazione” o "procedure di corretta prassi igienica", intendendo come tali l'insieme delle corrette metodiche di lavoro, le pratiche di pulizia e disinfezione, il controllo dei mezzi di trasporto, delle attrezzature e della manipolazione dell'alimento lungo le varie fasi della lavorazione.
HACCP - L'igiene e la sicurezza alimentare
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E’ noto quanto siano importanti per il consumatore l'igiene e la sicurezza degli alimenti. Una garanzia per il rispetto di questi fondamentali requisiti risiede innanzitutto in un’adeguata gestione e cura di attrezzature e ambienti dove si svolgono le varie fasi di lavorazione degli alimenti e nell’osservanza di corretti comportamenti da parte degli operatori occupati ai vari livelli della filiera alimentare nelle attività di manipolazione, conservazione e distribuzione. Altrettanta importanza assume anche un’attenta valutazione e selezione delle materie prime presenti sul mercato al fine di fornire la massima garanzia di qualità e sicurezza ad un consumatore sempre più esigente. Tutti questi principi sono riportati in norme di Legge (il cosiddetto "Pacchetto Igiene" e le norme sulla "Rintracciabilità Alimentare") riguardanti senza distinzioni tutti gli operatori del settore alimentare. Sia che si trattino prodotti alimentari distribuiti allo stato "sfuso" o preconfezionati, con queste norme, imponendo di adottare specifiche procedure di prevenzione delle situazioni di rischio, viene esplicitamente stabilita la responsabilità dell'operatore il quale deve garantire il rispetto dei requisiti igienici nelle varie fasi di lavorazione e distribuzione degli alimenti. Per scongiurare qualsiasi pericolo per la salute del consumatore e la possibilità di trasmissione di malattie attraverso gli alimenti, risulta dunque fondamentale l’effettuazione di un’analisi preventiva dei possibili rischi di contaminazione e il controllo sanitario delle singole persone. Tutti gli operatori del settore alimentare devono quindi fornirsi di un sistema di gestione e verifica dell'igiene e sicurezza alimentare basato sul metodo HACCP, attraverso il quale organizzare tutte le strategie atte a garantire la sicurezza alimentare della propria entità produttiva.
Il metodo HACCP
L'analisi dei pericoli che potrebbero riscontrarsi in un processo produttivo alimentare si attua mediante un metodo di analisi meglio noto come HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point) ovvero, Analisi dei Rischi e dei Punti Critici di Controllo (o Prevenzione). In pratica il metodo prevede che siano individuati tutti i pericoli che potrebbero riscontrarsi durante il processo produttivo attraverso l'analisi del diagramma di flusso delle singole fasi produttive. Ogni stadio produttivo dovrà essere esaminato con attenzione in modo da rilevare eventuali pericoli che potrebbero manifestarsi durante il suo svolgimento (ad esempio contaminazioni microbiologiche, rilascio di sostanze chimiche pericolose, contaminazioni particellari, ecc..) e se sono state messe in atto adeguate contromisure per ogni singolo pericolo. Successivamente, in relazione all'esperienza ed alla documentazione ufficiale, si procederà ad una selezione dei pericoli più comuni o con una probabilità che si manifestino trascurabile, che quindi non necessitano di particolari procedure di controllo, e pericoli che invece per la loro pericolosità esigono la messa a punto di uno particolare sistema di prevenzione. Il sistema di prevenzione per il particolare pericolo dovrà quindi essere introdotto a quel punto del processo (CCP Critical Control Point - punto critico, basilare, sostanziale di controllo ), in cui è possibile la gestione del pericolo stesso attraverso appropriate condotte di prevenzione ( controllo di parametri ambientali, impiego di particolari materiali o sostanze, condizioni di lavoro ed attività umane, ambiente esterno, impiego macchine idonee, ecc..)
Le normative del "Pacchetto Igiene" e della Rintracciabilità
E’ dai primi anni '90 che la legislazione europea ha sviluppato disposizioni normative, più o meno specifiche, riguardanti la sicurezza alimentare. L’intento del legislatore è quello di salvaguardare la salute delle persone e di assicurare uno standard di riferimento comune tra i vari paesi dell'Unione Europea. La serie di norme meglio nota come "Pacchetto Igiene", costituita dai Regolamenti 852/2004, 853/2004, 882 /2004, 854/2004 introduce una serie di obblighi e novità tra i quali l'adozione per gli operatori del settore alimentare di un sistema di gestione di igiene e sicurezza alimentare basato sul metodo HACCP, l'ottenimento del vecchio Nulla Osta igienico sanitario o autorizzazione sanitaria con la nuova procedura di notifica alla ASL competente per territorio ai fini della registrazione dell'attività, con le procedure della denuncia di inizio attività, attraverso specifica modulistica normalmente predisposte dalla Regioni. Il Regolamento CE n. 178/2002 stabilisce l'obbligo di assicurare la rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi per animali destinati all'uomo, dalla produzione primaria fino alla commercializzazione. Il Regolamento 178/2002 richiede agli operatori della filiera alimentare di mettere a disposizione informazioni sulla tracciabilità dei fornitori della materia prima e sul destinatario del prodotto finito attraverso un sistema di gestione che consideri ogni elemento correlato con l’individuazione e il movimento delle merci (partita/fornitura/lotto). Per adeguarsi ai requisiti pretesi dal "Pacchetto Igiene" e dalla “Rintracciabilità”, gli addetti al settore alimentare devono munirsi di strumenti utili ad acquisire, gestire e fornire informazioni relative al processo di lavorazione di un alimento, dall'acquisizione della materia prima fino alla distribuzione del prodotto finito, agendo su ogni stadio del processo al fine di evitare eventuali rischi di contaminazione e garantendo in tal modo la sicurezza dei prodotti alimentari e la salute dei consumatori. L'applicazione di quanto richiesto, in base alla specificità delle attività e dei prodotti e degli obiettivi commerciali che l'azienda si prefigge, presuppone l’adozione di processi personalizzati per ogni azienda.
Le attività comprese nell'ambito della normativa specifica sono molteplici. Ad esempio:
- vendita di generi alimentari sfusi e preconfezionati (negozi di alimentari - supermercati - rivendite di ortofrutta, macellerie, pescherie, ecc.);
- laboratori artigianali di prodotti alimentari ( gelati, pizze, pasta fresca alimentare, pasticceria, pane e affini, latterie, ecc...)
- attività di somministrazione al pubblico (bar,ristoranti, pizzerie, pubs, circoli privati, ecc..);
- mense e punti di ristoro;
- negozi mobili di prodotti alimentari;
- caseifici;
- banchi temporanei su aree pubbliche per la vendita di alimentari;
- depositi e magazzini all'ingrosso di alimentari.
La formazione
Gli addetti alla produzione post-primaria, la trasformazione, la preparazione, la somministrazione e il commercio di prodotti alimentari sottoposti a regime di temperatura controllata, sono tenuti alla frequenza di corsi di formazione a norma dei vari regolamenti regionali. La frequenza ai corsi permetterà di acquisire una documentazione attestante la regolare frequenza e di poter essere abilitati ad esercitare ad una delle mansioni individuate fra quelle "a rischio". I corsi di formazione possono essere svolti anche direttamente in Azienda dallo stesso titolare dell'impresa alimentare, il quale può avvalersi dell'apporto di figure professionali esterne con esperienza professionale e didattica specifica nel settore dell'igiene e sicurezza alimentare.
Contatti:
Dott.ssa Maria Gabriella Romanini - Medico Veterinario - Salsomaggiore Terme (PR)
Le piante sono sensibili ai rimedi omeopatici?
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Intervista alla Prof. Lucietta Betti dell'Università di Bologna.
Un interessante intervista alla Prof.ssa Lucietta Betti, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (DiSTA), Facoltà di Agraria, Università di Bologna. Si parla dei vantaggi dell’uso di modelli vegetali per la ricerca di base in omeopatia. Secondo la prof. Betti si tratta, infatti, di modelli che permettono di lavorare con una grande base di dati e quindi di applicare una corretta ed approfondita analisi statistica; non presentano problemi di tipo etico e le sperimentazioni sono effettuabili con costi e tempi limitati.
Farmaci omeopatici: novità legislative
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Pubblicate le lnee guida per la commercializzazione di nuovi prodotti omeopatici.
L'AIFA (Azienda italiana del Farmaco) ha finalmente pubblicato le linee guida per la commercializzazione di nuovi prodotti omeopatici (purché si tratti di farmaci con un dosaggio del principio attivo molto basso). Si conclude così uno strenuante braccio di ferro tra gli operatori del settore omeopatico e le istituzioni italiane iniziato nel 1995, anno a partire dal quale non si sono più potuti registrare nuovi farmaci omeopatici (e tutti quelli presenti sul mercato in quel momento schedati e autorizzati alla vendita). Avrebbe dovuto trattarsi di una situazione temporanea, mentre invece il temporaneo si tradusse in "definitivo". La situazione di stallo sembrava definitivamente superata in virtù dell’arrivo di una direttiva europea recepita col DL 219/2006.
Invece, niente da fare per altri quattro anni. L’estate scorsa, dopo quindici anni di sospensione, è arrivato il momento di pubblicare da parte dell’AIFA le nuove regole di registrazione e commercializzazione dei farmaci omeopatici. Finalmente la conclusione vittoriosa di una lunga battaglia che ha visto in prima fila Giovanni Gorga, responsabile delle relazioni estere di una nota impresa omeopatica, e il quotidiano romano ‘Il Tempo’, che da due anni, supportato da migliaia di lettori e da altrettanti semplici cittadini fruitori di prodotti omeopatici, ha condotto in prima fila la battaglia per porre fine a quella che era ormai diventata una insostenibile situazione.
Prevenzione - Vaccinazioni
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La vaccinazione aiuta il sistema immunitario a proteggere da alcune malattie che minacciano la vita dell'animale. E' possibile utilizzare un vaccino combinato, effettuando la prima somministrazione tra la 7a e l'8a settimana di età, per proteggere il gattino dal virus della Leucemia Felina. Si tratta di una malattia responsabile di una depressione del sistema immunitario, che rende il gatto sensibile a numerose infezioni secondarie; dal virus della Panleucopenia, che provoca una patologia sistemica acuta (enterite infettiva felina), dall'Herpesvirus e dal Calicivirus, che causano malattie respiratorie. Se necessario, il vostro veterinario consiglierà anche la vaccinazione contro la Clamidia, responsabile della polmonite felina. I cuccioli del cane invece acquisteranno l'immunità contro il virus del Cimurro, che può manifestarsi con sintomi respiratori, sintomi gastroenterici o sintomi neurologici; contro il virus dell'Epatite infettiva che colpisce il fegato, contro la Leptospirosi che colpisce diversi organi, contro il virus della parainfluenza, responsabile di malattie respiratorie e contro il parvovirus, che provoca gravi sintomi gastroenterici e generali.
La vaccinazione contro la rabbia va eseguita nei soggetti che devono fare viaggi all'estero, partecipare a mostre o che vivono in aree dove questa malattia è presente. È opportuno realizzare un programma vaccinale che consenta di proteggere il cucciolo fin dal momento dell'adozione. Infatti, è necessario che il piccolo venga a contatto, fin da subito, con gli stimoli presenti nell'ambiente esterno (persone, altri cani, rumori) così che possa conoscerli e non averne paura. Il piano vaccinale proposto dal vostro veterinario vi consentirà di proteggerlo in questa fase delicata della sua vita. È necessario un richiamo annuale per mantenere l'immunità acquisita. Sono inoltre necessari due richiami l'anno per le vaccinazioni relative a:
- Leptospirosi, nei cani che hanno accesso a parchi e giardini;
- Felv, nei gatti che hanno accesso all'ambiente esterno.
Alimentazione

Prevenzione - Il sistema immunitario
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Un sistema immunitario adeguato proteggerà il vostro animale dalle patologie e lo aiuterà a ristabilirsi rapidamente dopo eventuali infezioni o malattie. Se il vostro animale non ha il giusto apporto di componenti nutritivi nella dieta, il sistema immunitario si può indebolire rendendo l'animale più vulnerabile alle malattie. Alcune gravi patologie possono provocare immunodepressione.
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