Mercurius solubilis (Mercurio solubile)
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Il mercurius solubilis, detto anche Nitrato di mercurio, è un rimedio derivato dal mercurio, un metallo liquido presente in natura nel cinabro (solfuro di mercurio), un minerale di colore rosso vermiglio. Il tipo omeopatico Mercurius è in continuo movimento e agitazione. Il rimedio omeopatico ridona equilibrio e favorisce la calma e la stabilità.
I tipi omeopatici Mercurius non riescono ad addolcire i conflitti e a rapportarsi con armonia e serenità nei contatti sociali e personali. Hanno la tendenza a creare delle barriere strozzando le proprie tensioni emotive o portandole all’esasperazione. Apparentemente tranquilli, riservati e timidi, possono modificare improvvisamente il loro comportamento.
Dopo il COVID-19 scopri 5 buoni motivi per curarci meglio e vivere più a lungo
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Forse stiamo uscendo dal tunnel del Covid19 e la nostra vita obnubilata da mesi di lockdown torna verso la normalità. E’ il momento giusto per fare qualche riflessione per il futuro.
Oltre che per le nostre finanze massacrate da questo arresto forzoso, anche per la nostra salute messa a dura prova da questo periodo. La complessità della pandemia che ha scatenato talvolta posizioni scientifiche opposte e discussioni infinite tra virologi tuttologi mediaticamente onnipresenti e il resto del mondo scientifico ci ha però lasciato qualche elemento chiaro su cui ragionare.
Crescione d'acqua (Nasturtium officinale)
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- Categoria: La cucina con le erbe
Pianta perenne, acquatica. I fusti, prostrati o eretti, cavi e cilindrici, tendono a radicare ai nodi.
Raggiungono una altezza di 40 cm circa. Le foglie, verdi tutto l'anno, sono di colore verde intenso, glabre, carnose. Sono imparipennate, sessili le superiori, con un lobo terminale sempre più grande e cuoriforme alla base. I fiori, riuniti in una infiorescenza a racemo, sono bianchi e con i petali a croce. I frutti sono delle silique contenenti numerosi semi. La pianta è originaria dell'Europa e dell'Asia.
La medicina contemporanea e la pandemia: un gigante dai piedi d’argilla. E’ necessario un cambio di paradigma(*)
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Siamo in piena pandemia da coronavirus, la gente si infetta in modo sempre più massiccio e i più deboli non ce la fanno. Così un grosso numero di anziani in politerapia per diverse altre patologie muore lasciando, come ogni morte, una striscia di angoscioso rimpianto a chi rimane.
Il genere umano è chiuso in casa e le libertà di movimento nel mondo esterno si riducono sempre più. Chi riscopre il valore del tempo, chi recupera il piacere della condivisione della quotidianità in ambienti familiari ristretti, chi, claustrofobico, è obbligato ad affrontare i suoi demoni, chi, dopo anni di tensioni, arriva ad odiare il coniuge, ognuno di noi si trova davanti ad uno specchio, lo specchio della propria vita e ascolta, come un bollettino di guerra, i freddi comunicati della quotidiana moria. I rapporti con gli esterni nelle fugaci sortite sono sempre più intrisi di diffidenza e timore come indossassimo tutti un burka virtuale.
Belladonna (Atropa Belladonna)
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La Belladonna, nome scientifico Atropa belladonna, è una pianta erbacea perenne appartenente, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae.
Belladonna è il nome comune dato alla pianta e deriverebbe dall’uso cosmetico che ne facevano le donne del Rinascimento, le quali la utilizzavano per migliorare il colorito del viso e soprattutto per dilatare le pupille allo scopo di rendere lo sguardo più luminoso ed ammaliante. Proprio le pupille dilatate sono una caratteristica particolare delle patologie del tipo omeopatico Belladonna, e sono la conseguenza di un’ipereccitabilità del sistema nervoso. Omeopaticamente la Belladonna viene utilizzata con moderazione come rimedio per patologie gravi, ma è impiegata più spesso nel trattamento di disturbi cronici.
Lettera che i medici omeopatici italiani hanno indirizzato ai loro pazienti
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Lettera che i medici omeopatici italiani hanno indirizzato ai loro pazienti per raccontare la loro versione dei fatti rispetto alla martellante campagna denigratoria nei confronti della medicina omeopatica.
In Toscana avviata una ricerca sull’omeopatia per contrastare gli effetti avversi delle cure anticancro
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La Regione Toscana finanzia una ricerca, chiamata “Chemocim”, sull’utilità che potrebbe avere l’omeopatia nel contrastare i normali effetti collaterali delle terapie per il tumore al seno.
Si vuole capire se le medicine complementari, omeopatia e agopuntura, associate a fisioterapia e dieta, possono migliorare la riabilitazione necessaria dopo una cura anticancro.
In Italia sempre più medici prescrivono rimedi omeopatici
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Un sondaggio di Omeoimprese dice che un medico di famiglia su cinque consiglia l'omeopatia per curare dolori muscolari e articolari o malanni stagionali, da sola o in associazione con i farmaci tradizionali.
Da una ricerca di EMG-Acqua per Omeoimprese, associazione che raggruppa le aziende produttrici e distributrici di farmaci omeopatici, emerge che sono circa 9 milioni gli italiani che si rivolgono all’omeopatia. Un quinto dei medici di famiglia la prescrive, sia come unico rimedio sia in associazione a medicinali tradizionali.
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